17 dicembre 2006

niente di più triste...

...di una chitarra con un mi cantino saltato... nuovo di zecca lo monti dopo tutte le altre e si rompe... muta Thomastik George Benson series, le compri solo su Internet! nel frattempo Jackie giace mutilata senza la più lirica delle corde... potete immaginare niente di più triste ? Niente mi mette così di cattivo umore come una chitarra menomata in modo irrimediabile.
No way out: nuova muta (mai all'altezza di queste splendide corde in nichel), nuovo tentativo. Più fortuna. Si spera.
Buonanotte a voi.

riti e culti


La festa di Santa Lucia al mio paese coincide con un rito abbastanza sentito, come in molti altri paesi in questo periodo dell'anno si accendono dei grandi falò, infatti più ci si avvicina al 21 Dicembre più le giornate si accorciano, tutti i riti che hanno a che fare col culto della luce (e quindi del sole...) si accendono, Santa Lucia è protettrice della vista, come è accaduto molte volte nella storia dell'umanità un culto cristiano ha in realtà tentato di soppiantare un culto pagano legato alla luce, al fuoco, al sole, ed agli Dei che rappresentano questi elementi naturali. Lo stesso dicasi per il rito stesso del Natale.

Da noi l'occasione serve anche a scaldare il paese, a farsi ammaliare dalla arcaica capacità ipnotica del fuoco, e a godersi un panino col baccalà fritto (un must in questa festa) e un bicchiere di primitivo vicino (ma non troppo) al fuoco. Le pire sono alte 3 metri e più per cui non si può stare più vicini di 5 metri, è fastidioso oltre che pericoloso, soprattutto per gli occhi (guardacaso...).

Anche quest'anno la festa è scivolata via senza danni, qualche postumo il giorno dopo per via degli abusi e stravizi della notte prima, me niente di grave.

Questo in realtà inaugura soltanto la stagione degli stravizi, dato che il 26 Dicembre comncia il Carnevale come tutti gli anni, l'ultima festa pazza, l'esorcizzazione dei mali, l'addio agli stravizi per accogliere purificati e rinnovati nello spirito e nel corpo la primavera...

16 dicembre 2006

Christmas time...

Storia di un delitto già commesso. Non è mica vero che il Natale viene tutti gli anni. A volte passa e non te ne accorgi, a volte lo aspetti ma non arriva mai, poi quado è passato ti chiedi - ma dov'era ? -. Qualcuno giurerebbe di averlo visto o sentito, c'è chi lo sente da settimane prima, ci sono quelli per cui "è passato pure Natale" quanto ancora non si sono festaggiati i morti (e nemmeno i santi). Fatto stà che io credo che arriverà quest'anno, e tanto anche se non arriva ci sono già tutti i sintomi... cornicioni balconi vetrine pali della illuminazione addobbati col massimo rischio possibile per i pedoni (tanto la scossa a Natale mica può uccidere qualcuno no ?)... jingle a più non posso, regali acquisti compro vendo cedo affittasi regali per le vacanze natalizie, poi me li ridate, e tutti hanno la stessa febbre, il sintomo di una sola malattia che come una epidemia si diffonde regolare come un orologio svizzero. Principale sintomo: aspetto interrogativo, che dice "cosa posso prendere a...". A chi ? E soprattutto perchè ? Perchè mi fa piacere ? No, certo, pechè se mi facesse piacere lo fare quando mi pare mica a comando, no ? Ma cosa dici! E' una occasione come un'altra per dimostrare alle persone a cui vuoi bene che è così, che te ne ricordi, e questo è tuo pensiero per Natale! Già, il pensiero. Allora stavi proprio pensando a quel maglione, giusto? Quello che hai comprato perchè di meglio, a 10 giorni dal Natale, proprio non hai saputo trovare, e poi il tuo affetto vale pure 100 euro no? Quando li hai spesi hai la coscienza a posto, hai fatto il tuo dovere, cosa importa se quel capo fra un mese si vende a 50, se finirà nell'armadio e nessuno lo guarderà, cosa importa soprattutto se non rappresenta il tuo pensiero, nè il suo. L'importante è spendere, per tutti, in proporzione giusta, così tutte le cattiverie e i pensieri bui si lavano via con un colpo solo. Siamo tutti più buoni ? Noooooo. Solo più vili.
Che farà a Natale Jack ? Come tutti gli anni guarderà la società dei consumi da un vetro magari appannandolo un po' col fiato, gli sovverranno i mille motivi per cui odia tutto quello sfarzo, la differenza tra valore e prezzo, la occidentalizzaizone del mondo (grazie a Serge Latouche...) e col voltastomaco farà finta di interessarsi ad una sciarpa, un cappello strano davvero, per riporre tutto. Tanto la commessa ha ben altro a cui dedicarsi, con tutto quello che si vende certo non verrà a pregarlo di rivolgere la sua attenzione su quest'altro capo. Penserà ai pensieri del mercato equo e solidale, ai libri, ai dischi introvabili, ad un regalo che somigli davvero ad un pensiero felice indipendentemente da quanto costa. E alla fine anche lui farà il suo dovere, magari gli altri storceranno il muso di fronte a tanto cattivo gusto Natalizio, ma che me ne faccio di questo libro così impegnativo, mi farà pensare, io odio pensare, a Natale è vietato occorre mettere i neuroni in ferie e le sinapsi in manutenzione. Potrei regalare un abbonamento alla stagione lirica del Petruzzelli (ei fu...) ma chi ci va più ? quattro ore seduto a sentire questa gente cantare cose incomprensibili, è uno sforzo mica da poco... Si farà riconoscere, Jack, per quello che è e che è sempre stato. Uno strano, con gusti difficili e marginali, attento a cose cui non bada nessuno e per niente preocupato di quello che affolla la mente dei più ("sarà abbastanza per lei ? o dovrei spendere un po' di più?").
Da bravo comunista agnostico aspetterà che l'ipocrisia finisca, che tutto torni come prima, e bramerà la vista della montagna per cimentarsi con gli sci in qualche acrobazia prima che gli anni glielo vietino, per tornare in contatto con quello che più lo fa sentire umano, la natura.
Che bello sarebbe invece vivere in un altro posto, senza ipocrisia, cioè un posto con gente di sani principi, e dove si possono trovare davvero delle belle idee regalo, si insomma, un paese con l'esse davanti, no ? Giusto ? ;-)
 
 
 
Il paese con l'esse davanti
 
Giovannino Perdigiorno era un grande viaggiatore. Viaggia e viaggia, capito nel paese con l'ese davanti.
- Ma che razza di paese è? - domando a un cittadino che prendeva il fresco sotto un albero.
Il cittadino, per tutta risposta, cavò di tasca un temperino e lo mostrò bene aperto su un palmo della mano.
- Vede questo ?
- E' un temperino.
- Tutto sbagliato. Invece è uno "stemperino", cioè un temperino con l'esse davanti. Serve a far ricrescere le matite, quando sono consumate, ed è molto utile nelle scuole.
- Magnifico, - disse Giovannino. - E poi ?
- Poi abbiamo lo "staccapanni".
- Vorrà dire l'attaccapanni.
- L'attaccapanni serve a ben poco, se non avete il cappotto da attaccarci. Col nostro "staccapanni" è tutto diverso. Lì non bisogna attaccarci niente, c'è già tutto attaccato. Se avete bisogno di un cappotto andate lì e lo staccate. Chi ha bisogno di una giacca, non deve mica andare a comprarla: passa dallo staccapanni e la stacca. C'è lo staccapanni d'estate e quello di'inverno, quello per uomo e quello per signora. Così si risparmiano tanti soldi.
- Una vera bellezza. E poi ?
- Poi abbiamo la macchina "sfotografica", che invece di fare le fotografie fa le caricature, così si ride. Poi abbiamo lo "scannone".
- Brr, che paura.
- Tutt'altro. Lo "scannone" è il contrario del cannone, e serve per disfare la guerra.
- E come funziona ?
- E' facilissimo, può adoperarlo anche un bambino. Se c'è la guerra, suoniamo la stromba, spariamo lo scannone e la guerra è subito disfatta.
Che meraviglia il paese con l'esse davanti.
 
Gianni Rodari [Favole al telefono]

08 dicembre 2006

........, brava gente

... Ora è triste cosa a dirsi, ma non per questo meno vera, che in Italia l'educazione dell'uomo, la formazione della cellula morale base - l'individuo -, è ancora in gran parte da fare. Difetta nei più, per miseria, indifferenza, secolare rinuncia, il senso geloso e profondo della autonomia e della responsabilità. Un servaggio di secoli fa sì che l'italiano medio oscilli ancora oggi tra l'abito servile e la rivolta anarchica. Il concetto della vita come lotta e missione, la nozione della libertà come dovere morale, la consapevolezza dei propri limiti ed altrui, difettano. Gli italiani hanno più spesso l'orgoglio della loro persona, nei suoi valori e rapporti esterni, che della loro personalità. La loro vita intima è ricchissima, ma unilaterale; ricchissima soprattutto nella sfera sentimentale, in cui erompe in forme istintive ed esasperate. La pacata riflessione sui massimi problemi della vita, l'abitudine al commercio col proprio foro interno, quel fecondo tormento spirituale che crea lentamente tutto un prodigioso mondo interiore che solo può dare la coscienza di sè come unità distinta ed autonoma, mancano nei più. L'educazione  cattolica - pagana nel culto e dogmatica nella sostanza - e la lunga serie dei paterni governi hanno esentato per secoli gli italiani dal pensare in persona prima. La miseria ha fatto il resto. Ancor oggi l'italiano medio abbandona alla Chiesa la sua autonomia spirituale; ed ora si vede costretto ad abbandonare allo Stato, elevato al rango di fine, anche la sua dignità di uomo, degradato a semplice mezzo. Disposto alla servitù nel dominio della coscienza, lo si forza ora alla servitù nel dominio sociale e politico. Logica conclusione di un processo di passive rinunzie.
 
Carlo Rosselli [Socialismo liberale] (Parigi, 1930)

01 dicembre 2006

Amare per sempre


Amare essere amati,
amare l'amore,
innamorarsi dell'amare,
morire ?
Passeggiare...
galleggiare,
chiudere gli occhi al sole
incontro alla lentezza
dei passi...
scaldarsi.
Per sempre.