14 settembre 2006

a volte...

A volte hai avuto una giornata di m...., a volte fa caldo oppure fa un freddo cane hai le dita paralizzate e sei stanco come uno straccio sbattuto, ma devi mettere insieme chitarra, amplificatore, leggio, effetti, prolunghe, spartiti (tutto sulla spina dorsale a migliorare la tua futura ernia) e caricare tutto in auto per un posto che ti aspetta. A volte altri faranno la stessa cosa, riempendo la SW di tamburi in un'ora di sudore, cacciando il contrabbasso per il c... dentro e speando che il manico non ti impedisca di guidare, lucidando il tenore e lubrficando i pistoncini della tromba. Capita anche che si arrivi sul posto con 3 ore di anticipo sul momento della tua ora, del tuo minuto di godimento, per montare, chiacchierare, fumare, sporcarsi e sudare prima di decidere quali tavoli spostare, dove mettere la batteria, la scaletta che va meglio, e con le mani ancora impolverate capita di provare il sound check con un blues in Bb che proprio non esce dai polpastrelli e ti sembra che le corde siano di cartavetro. A volte prima che cominci ad arrivare gente fai giusto in tempo a capire che anche stavolta tu non sentirai bene quasi nessuno degli altri strumenti per motivi che è inutile dipanare, e che se provi ad alzarti il volume qualcuno dirà che la chitarra è troppo alta, così speri soltanto che chi sta al tavolino più vicino non rimbambisca dal volume e chi sta in fondo possa sentire almeno i bicordi...
A volte prima di attaccare col primo brano ti tremano le gambe, e per scaldarti davvero ci metti un'ora di duro bebop.
Poi, per un minuto soltanto, quando lo spirito di Miles, John, Charlie, Reggie, Freddie cala su quel cerchio magico, e l'ispirazione si fa profonda come il respiro prima di andare, tutto sembra per-fett-to e.... suoni da dio. Chi è lì con te capisce dove stai andando e ti regge il gioco, gli schemi saltano, gli arrangiamenti vanno a farsi fottere, ma tutto ormai sta andando rotondo come non mai, e sei davvero, ancora, felice.

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Ti ricorderai per sempre di qul momento, ed è solo per sentirlo ancora che ci riproverai, nel tentativo di replicare quella luce bianca e accecante.
Quando sarà notte fonda, e tutti avremo smontato, incassato l'insalata, rimesso tutto in auto, ci fermeremo forse per un Pernod a ripensare a quanto è stato perfetto quando è successo, e brillano gli occhi... poi ognuno tornarà al suo letto, al suo sonno, al suo domani, al suo lavoro, eppure.... il mondo.... non sarà più lo stesso.
Grazie amici, per aver mosso le corde con me, le mie corde, poi quelle della mia chitarra, poi quelle dei sentimenti delle persone (poche) che quando è successo se ne sono accorte, ed hanno smesso di chiacchierare, di far casino coi bicchieri, e sono rimaste ad ascoltare, perchè stava succedendo: la musica. Per cos'altro si può vivere se non per questo fugace attimo che non si ripeterà mai più, che quando te ne accorgi è già andato, e che rappresenta la più alta forma d'arte e la idea più vicina a quella di Dio.
Beh, per provarci ancora!

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10 settembre 2006

Parole altrui: l'arte di lasciarsi conoscere

    Gli uomini che inseguono una moltitudine di donne possono facilmente essere distinti in due categorie. Gli uni cercano in tutte la donna dei loro sogni, un'idea soggettiva e sempre uguale. Gli altri sono mossi dal desiderio di impadronirsi dell'infinita varietà del mondo femminile oggettivo.
    L'ossessione dei primi è lirica: nelle donne essi cercano se stessi, il proprio ideale, e sono sempre e continuamente delusi perchè l'ideale, com'è noto, è ciò che non è mai possibile trovare. Poichè la delusione che li spinge da una donna all'altra dà alla loro incostanza una sorta di scusa romantica, molte donne sentimentali sono commosse dalla loro ostinata poligamia.
    L'altra ossessione è un'ossessione epica e in essa le donne non trovano nulla di commovente: l'uomo non proietta sulle donne alcun ideale soggettivo, perciò ogni cosa lo interessa e nulla può deluderlo. E proprio questa incapacità di rimanere delusi ha in sè qualcosa di scandaloso. Agli occhi della gente, l'ossessione del donnaiolo epico appare senza riscatto (senza il riscatto della delusione).
    Poichè il donnaiolo lirico insegue sempre lo stesso tipo di donna, nessuno si accorge che egli cambia amante; gli amici gli causano continui malintesi, perchè non sono capaci di distinguere le sue amiche e le chiamano tutte con lo stesso nome.
    Nella loro caccia alla conoscenza, i donnaioli epici (e a questa categoria appartiene ovviamente Tomas) si allontanano sempe più dalla bellezza femminile convenzionale, della quale si stancano presto, e finiscono irrimediabilmente per diventare dei collezionisti di curiosità. Essi se ne rendono conto, ne provano un po' di vergogna e, per non mettere gli amici in imbarazzo, non si mostrano in pubblico con le loro amanti.
 
 
Milan Kundera - L'insostenibile leggerezza dell'essere