17 dicembre 2007

Christmas time again

Cosa porta questo Natale di nuovo? Certamente, le domande sono le stesse di un anno fa... mi sono risolto a darmi una risposta tranchant ai miei interrogativi sul consumismo natalizio. Se è vero che c'è sperpero etc. (non ripeterò qui quanto già detto dodici mesi fa) è anche vero che sto diventando ipocondriaco e asociale, e odio fare regali. A tutti. Concentrarmi su qualcuno mi viene meglio, per esempio un compleanno... E poi sto diventando didascalico e moralista pure coi regali. Sarà questo il rovescio della medaglia rispetto a scelte di vita che si potrebbero dire quantomeno asimmetriche rispetto ai più? Può darsi. Di fatto riesco a far felici pochissime persone coi miei regali da filosofo. Forse dovrei cominciare a scegliere davvero a chi far regali e a chi no. È questo il problema del Natale. Non c'è nulla di autentico, di spontaneo. È il momento delle grandi aspettative e delle grandi illusioni, delle crisi di coppia e familiari. Io preferisco la Pasqua. Da ateo, s'intende. Passione e nuova vita. Nei riti della Pasqua c'è molta più umanità, molta aderenza alla vita, molta più onestà. Ma è una lezione utile per me dedicare questo periodo dell'anno a pensare agli altri. Perché pensare ai regali ti costringe a considerare le persone che ti sono vicine, a capire a chi vuoi bene davvero, e perché. Tempo di bilanci. E di grandi promesse, forse. L'unico regalo degno di questo nome, lo confesso, l'ho fatto a me stesso. Ho accarezzato il sogno di scendere dove sono passati tutti i grandi sciatori del passato, da forse quasi sessant'anni... A capodanno scenderò dalla Streiff a Kitzbuhel, nel Tirolo austriaco. Non vedo l'ora. Arrivare fin lì dalla Puglia in treno sarà dura ma neanche troppo. Spero di godermi davvero questi 7 giorni di sci. L'anno nuovo sarà quello delle scelte. Lasciatemi folleggiare un altro pò ;-)

03 dicembre 2007

Time Zones


Anni fa un festival come questo ha ospitato David Sylvian e Robert Fripp insieme in un piccolo auditorium, così come ha consentito al solo David Sylvian di incantare il pubblico del Palatour Perla (sono daccordo, il nome fa schifo...), ed ha fatto conoscere al pubblico italiano il genio di Ryuichi Sakamoto quando per tutti era solo un tipo strambo che faceva le colonne sonore per i film con Duca Bianco. Cercare al limite la musica possibile vuol dire a volte sbagliare, trovar eil brutto o l'improbabile, il difficile, ma quale garanzia ci può essere di miglior ricerca se non quella che i risultati saranno giudicati con l'occhio del tempo ? Chi avrebbe mai permesso a Charlie Parker di suonare dopo averlo sentito per la prima volta ? E quante mazzate ha forse preso il povero Ornette Coleman dai clubs del Texas prima di essere riconosciuto per quell'innovatore che è stato acclamato la scorsa estate anche qui, a Monopoli, in un concerto memorabile ? La verità è che i concerti di Time Zones non sono tutti belli, e ci si può solo innamorare della musica che ci passa dentro oppure odiarla a morte. Questo marchio da vent'anni garantisce alle orecchie di chi si reca ad ascoltare la garanzia di poter seguire, volendo, una nuova direzione, di cercare e trovare un altro suono o perfino di ascoltare per la prima volta consapevolmente il silenzio... Anche quest'anno è stato così, il festival burlone, si è mosso ai limiti, ma forse si è appiattito un po' su alcuni generi, su un sound più ortodosso, direi elitario, perché la musica è tanta. Penso a quello che porta in giro Dee Dee Bridgewater che ha risuscitato un interesse autentico per la musica Marienne di origine africana, passata anche lei questa estate dalla Puglia (Mavù). Il Time Zones non stupisce più come una volta, ma ha selezionato i propri orecchi più affezionati ed ha preso una direzione. Forse avrebbe potuto guardare più lontano, ma anche queste scelte, filologicamente inappuntabili, sono figlie di una direzione artistica coerente. E la rispetto.

Quello che Bobby Previte (foto) ha suonato con i suoi amici presi da ogni angolo d'Europa (compresa Bari...) è stato ad esempio un concerto che non si può definire in modo compiuto. Semplicemente energia allo stato puro, libertà e rigore, soffio e urlo. Gianluca Petrella ha fatto la sua parte, ma come comprimario tra grandi. Previte ha sicuramente dominato, senza risparmiarsi. E in barba a chi pensa che certo free si possa suonare ad minchiam tutte le parti erano scritte, e non in gesti, diminuenendo o altro, nossignore, erano crome, minime e semibiscrome con tutte le pause al posto giusto. Il caro vecchio pentagramma insomma.

Ad averne concerti così.
E festival di questa fattura...

All'anno priossimo.

01 dicembre 2007

e di sicuro ci sarà tempo...

Allora andiamo, tu ed io,
Quando la sera si stende contro il cielo
Come un paziente eterizzato disteso su una tavola;
Andiamo, per certe strade semideserte,
Mormoranti ricoveri
Di notti senza riposo in alberghi di passo a poco prezzo
E ristoranti pieni di segatura e gusci d'ostriche;
Strade che si succedono come un tedioso argomento
Con l'insidioso proposito
Di condurti a domande che opprimono...
Oh, non chiedere « Cosa? »
Andiamo a fare la nostra visita.

Nella stanza le donne vanno e vengono
Parlando di Michelangelo.

La nebbia gialla che strofina la schiena contro i vetri,
Il fumo giallo che strofina il suo muso contro i vetri
Lambì con la sua lingua gli angoli della sera,
Indugiò sulle pozze stagnanti negli scoli,
Lasciò che gli cadesse sulla schiena la fuliggine che cade dai camini,
Scivolò sul terrazzo, spiccò un balzo improvviso,
E vedendo che era una soffice sera d'ottobre
S'arricciolò attorno alla casa, e si assopì.

E di sicuro ci sarà tempo
Per il fumo giallo che scivola lungo la strada
Strofinando la schiena contro i vetri;
Ci sarà tempo, ci sarà tempo
Per prepararti una faccia per incontrare le facce che incontri;
Ci sarà tempo per uccidere e creare,
E tempo per tutte le opere e i giorni delle mani
Che sollevano e lasciano cadere una domanda sul tuo piatto;
Tempo per te e tempo per me,
E tempo anche per cento indecisioni,
E per cento visioni e revisioni,
Prima di prendere un tè col pane abbrustolito


Nella stanza le donne vanno e vengono
Parlando di Michelangelo.

E di sicuro ci sarà tempo
Di chiedere, « Posso osare? » e, « Posso osare? »
Tempo di volgere il capo e scendere la scala,
Con una zona calva in mezzo ai miei capelli -
(Diranno: « Come diventano radi i suoi capelli! »)
Con il mio abito per la mattina, con il colletto solido che arriva fino al mento,
Con la cravatta ricca e modesta, ma asseríta da un semplice spillo -
(Diranno: « Come gli son diventate sottili le gambe e le braccia! »)
Oserò
Turbare l'universo?
In un attimo solo c'è tempo
Per decisioni e revisioni che un attimo solo invertirà


Perché già tutte le ho conosciute, conosciute tutte: -
Ho conosciuto le sere, le mattine, i pomeriggi,
Ho misurato la mia vita con cucchiaini da caffè;
Conosco le voci che muoiono con un morente declino
Sotto la musica giunta da una stanza più lontana.
Così, come potrei rischiare?
E ho conosciuto tutti gli occhi, conosciuti tutti -
Gli occhi che ti fissano in una frase formulata,
E quando sono formulato, appuntato a uno spillo,
Quando sono trafitto da uno spillo e mi dibatto sul muro
Come potrei allora cominciare
A sputar fuori tutti i mozziconi dei miei giorni e delle mie abitudini? .
Come potrei rischiare?
E ho già conosciuto le braccia, conosciute tutte -
Le braccia ingioiellate e bianche e nude
(Ma alla luce di una lampada avvilite da una leggera peluria bruna!)
E' il profumo che viene da un vestito
Che mi fa divagare a questo modo?
Braccia appoggiate a un tavolo, o avvolte in uno scialle.
Potrei rischiare, allora?-
Come potrei cominciare?

. . . . . . . . . . . .

Direi, ho camminato al crepuscolo per strade strette
Ed ho osservato il fumo che sale dalle pipe
D'uomini solitari in maniche di camicia affacciati alle finestre?...

Avrei potuto essere un paio di ruvidi artigli
Che corrono sul fondo di mari silenziosi

. . . . . . . . . . . . .

E il pomeriggio, la sera, dorme così tranquillamente!
Lisciata da lunghe dita,
Addormentata... stanca... o gioca a fare la malata,
Sdraiata sul pavimento, qui fra te e me.
Potrei, dopo il tè e le paste e, i gelati,
Aver la forza di forzare il momento alla sua crisi?
Ma sebbene abbia pianto e digiunato, pianto e pregato,
Sebbene abbia visto il mio capo (che comincia un po' a perdere i capelli)
Portato su un vassoio,
lo non sono un profeta - e non ha molta importanza;
Ho visto vacillare il momento della mia grandezza,
E ho visto l'eterno Lacchè reggere il mio soprabito ghignando,
E a farla breve, ne ho avuto paura.

E ne sarebbe valsa la pena, dopo tutto,
Dopo le tazze, la marmellata e il tè,
E fra la porcellana e qualche chiacchiera
Fra te e me, ne sarebbe valsa la pena
D'affrontare il problema sorridendo,
Di comprimere tutto l'universo in una palla
E di farlo rotolare verso una domanda che opprime,
Di dire: « lo sono Lazzaro, vengo dal regno dei morti,
Torno per dirvi tutto, vi dirò tutto » -
Se una, mettendole un cuscino accanto al capo,
Dicesse: « Non è per niente questo che volevo dire.
Non è questo, per niente. »
E ne sarebbe valsa la pena, dopo tutto,
Ne sarebbe valsa la pena,
Dopo i tramonti e i cortili e le strade spruzzate di pioggia,
Dopo i romanzi, dopo le tazze da tè, dopo le gonne strascicate sul pavimento
E questo, e tante altre cose? -
E' impossibile dire ciò che intendo!
Ma come se una lanterna magica proiettasse il disegno dei nervi su uno schermo:
Ne sarebbe valsa la pena
Se una, accomodandosi un cuscino o togliendosi uno scialle,
E volgendosi verso la finestra, dicesse:
« Non è per niente questo,
Non è per niente questo che volevo dire. »

. . . . . . . . . . .

No! lo non sono il Principe Amleto, né ero destinato ad esserlo;
Io sono un cortigiano, sono uno
Utile forse a ingrossare un corteo, a dar l'avvio a una scena o due,
Ad avvisare il principe; uno strumento facile, di certo,
Deferente, felice di mostrarsi utile,
Prudente, cauto, meticoloso;
Pieno di nobili sentenze, ma un po' ottuso;
Talvolta, in verità, quasi ridicolo -
E quasi, a volte, il Buffone.

Divento vecchio... divento vecchio...
Porterò i pantaloni arrotolati in fondo.

Dividerò i miei capelli sulla nuca? Avrò il coraggio di mangiare una pesca?
Porterò pantaloni di flanella bianca, e camminerò sulla spiaggia.
Ho udito le sirene cantare l'una all'altra.

Non credo che canteranno per me.

Le ho viste al largo cavalcare l'onde
Pettinare la candida chioma dell'onde risospinte:
Quando il vento rigonfia l'acqua bianca e nera.

Ci siamo troppo attardati nelle camere del mare
Con le figlie del mare incoronate d'alghe rosse e brune
Finché le voci umane ci svegliano, e anneghiamo.

28 novembre 2007

cara amica, il tempo prende il tempo da...

Ho visto un filmato credo da Repubblica TV di un giovane Guccini che canta una delle canzoni che più amo del suo repertorio, Incontro. Era giovane si, nel 1973, ed io avevo appena un anno, e lui già scriveva come avesse avuto l'esperienza di un quarantenne... penso che nella vita arrivano i momenti delle scelte, quei momenti in cui si chiude un tempo, si apre uno spiraglio, ci si affaccia a qualcosa di nuovo, senti il bisogno di far girare la ruota, alla fine essenzialmente per dare un perchè alle cose. Mica lavoro per guadagnare, così come non ho studiato per lavorare, e non ho giocato per svagarmi dallo studio, e non ho suonato per non farmi le canne nei vicoli bui. Nossignore nossignora. Non cerco l'immortalità, cerco solo il motivo per cui sono qui. Io e non un altro, non tu che leggi, ad esempio, che hai un perchè tutto tuo, magari ti ha già trovato magari no, eppure ce n'è uno per tutti: e non è a buon mercato, non si riassume in un motto, non vale per tutte le stagioni, e può essere una summa di momenti, di sensazioni, che hanno un filo rosso che le unisce. Sono anche convinto che non sei tu a trovare il tuo perchè, semmai è vero il contrario: cercare qualcosa spesso vuol mdire essere certi di non trovarla, mentre l'unica maniera di trovare determinate cose è proprio quella di non cercarle (ad esempio trovare l'amore). Ho trovato qualche perchè nel mio brave ma intenso ;-) passato, e solo oggi che comincio a guardare la prospettiva che il mio passato ha prodotto, adesso che mettendo le cose in linea e guardando con un occhio chiuso ed uno aperto quel filo lungo e travagliato ne intravedi una logica, e ti rendi conto che i tuoi perchè sono già lì, si erano presentati, e magari non li avevi riconosciuti, ma nel dubbio li hai messi via, in penombra, perchè ti dicono qualcosa, e ti torneranno utili un giorno.
La somma delle esperienze, le persone amate e conosciute, le passioni, le pulsioni, le esplosioni, i rancori e il fremito che si cela sotto la calma apparente, tutto questo mi parla di quello che sono stato, e mi indica - chiaramente - una via. Non sono sempre così lucido da vederla, nè ho sempre lo stesso coraggio di fermarmi a dubitare, esitare, se prenderla, se esplorare, se azzardare, ma non mi rendo conto che i giochi sono ormai fatti, che i miei gesti si sono compiuti, in un rigido determinismo non potrò fare altro - che - scegliere. Ecco perchè sono qui. Per raccontare, forse, ma anche per scegliere di nuovo, per sdoppiarmi e prendere due scelte insieme. Sarebbe bello.
Questo è uno di quei momenti, sento che devo cambiare tutto per non cambiare niente, imparare tutto per dimenticare tutto (come Bird), ma che potrò liberarmi dal passato che non voglio più solo se compierò questo cambiamento. Tutto il resto attorno sono giorni grigi o luminosi, alibi, pour parler, contorno insalata verde scondita - grazie -, ieri oggi e domani. Ma tutto è iniziato, la scelta è compiuta prima di farsi azione, di diventare consciousness.
Sono certo ? Vado dritto ? Vedo chiaro ? No di certo. Ve ne sarete accorti/e. Ma ho la fortuna di aver già incontrato altre volte questi momenti, che nella vita non devono essere così frequenti. E' dopo il liceo (lavoro o studio ancora ?), è dopo la laurea (lavoro o faccio il bamboccione ?), è dopo aver acquisito una vera professionalità (mi hanno scocciato: me ne vado!) e così via. Ma anche dopo aver sistemato il dilettantismo nel ripostiglio e sentirsi chiamare musicista da quelli forti forti... e sentirsi tremare i polsi al pensiero del bello che avresti potuto creare se solo... E' quando incontri quella giusta, quando la tradisci, quando la lasci, quando ti lascia, quando soffri come un cane e poi come per magia ti innamori (e via la giostra siòri e siòre! giri lunghi e velòcci!).
La vita viene a prenderti quando sei in pantofole e ti dice scendi un attimo ti offro un caffè - ma non torni più a casa.
Fra 10 anni forse rivedrò questi attimi, così come ieri ho rivisto il me stesso (ed il noi) di 10 anni fa, e qualcuno dei visi che so mi racconterà quello che è stato, ed il silenzio delle parole vuote riempirà i perchè, senza risposte, solo lo sguardo indietro, magari la nostalgia, ma, spero, sempre un pizzico di follia per fare un altro salto in avanti. E sì che sono pazzo, io. Che la follia mi accompagni allora!

27 ottobre 2007

tuto sbagliato, tutto darrifàre

...parlava così il grande Bartali, brontolava, quello che non gli piaceva, quando magari a tutti sembrava che fosse stata una gran giornata... a volte è dira rendersi conto di aver sbagliato, 9 su 10 tu sei il cocciuto che si ostina, e pochi amici fidati cercano di farti capire che qualcosa non va, gli altri malignano, a volta pensano (vedi tu!) ma come giuda non parlano nemmeno sotto tortura. A volte, come Bartali, sei tu che vedi quello che altri non riescono a percepire.
Le giornate come queste mi mettono il magone, mi tolgono l'appetito, e la gioia. Forse ho sbagliato tutto. Devo riflettere, ho bisogno di qualcuno che mi ascolti anche se non gli dirò nulla, che stia lì, mi basta. Parlare non mi va. Nemmeno divertirmi. Magari vorrei capire, ma ho paura di non volere nemmeno questo. Se penso a quallo che pensavo di aver costruito, su cui mi ero appoggiato, e vedo vacillare tutto, perdere il significato di ogni cosa, gli oggetti cambiare forma e colore, non so più cosa devo pensare. Non voglio pensare. Voglio essere illuminato.
Sarebbe bello ma... mi tocca pedalare. Questo Giro non è andato forse. Tuttosbagliàto.
Ci devo riprovare.
Tuttodarrifàre.

23 ottobre 2007

coronavirus

Nei fumi delle febbre mi vengono solo pensieri sparsi, qualcuno dal TG2 mi dice che quest'anno non mi sono preso l'influenza, no. Pensavo di essermela scansata, e invece a Gennaio mi tocca marcare. E' ovvio: uffici, palestre, treni, aule, supermercati, luoghi affollati... basta frequentare uno di questi luoghi per infettarsi. Quindi fino a primavera posso solo rinchiudermi in un ascetico isolamento. E invece no, per quanto orso posso essere, non posso farne a meno. Dovrò ammalarmi di nuovo. Ed ora che posso guardare la TV, nel dormiveglia, mi rendo conto, coi pochi neuroni che sono ancora vigili, che il mio coronavirus non mio impedisce di indignarmi. Eh già perché dimenticavo di dirvi che il mio virus si chiama così. Il che vuol dire che ho la febbre alta per 24 ore e poi torno alla vita col naso chiuso per altri 7 giorni e nulla più. Quindi dovrò lavorare pur sentendomi una chiavica. Per rammentarmi delle miserie umane mi rendo conto di come i miei comportamenti siano stati ormai schedati, inseriti in categorie predefinite, tanto che ormai devono essere rimasti in pochi gli Italiani dotati di neuroni non ottenebrati, se dalle 10.00 alle 17.00 le trasmissioni TV si riferiscono ad un individuo che non pensa o non vuole pensare, al più CUCINA. Si ma cucina male, ma di un male, che è buono solo se è bello, e strano. Gli ingredienti sono ormai non più di 20, e con questi 20 pezzi ci sostentiamo finché campiamo. Una volta la cucina era la fantasia al potere, ora le casalinghe ed i casalinghi sono indottrinate/i in modo da girare e voltare solo tra queste poche cose, non si sa mai ci si può confondere... E io dico: viva la purchiazza, la rucola bianca, i sivoni, le cicorie rovesciate, i colicelli,e i cardi selvatici! Poi ci sono le trasmissioni per adolescenti e ventenni mal cresciuti - evidentemente, se la loro ambizione maggiore è darsi appuntamento alle tre del pomeriggio per spiare come fa Marco a corteggiare Simona, e poi sempre Marco a corteggiare Angela, e se si farà "sgamare" (tanto, si fa ma non si dice), insomma per prendere LEZIONI da MARIA su come comportarsi stasera in comitiva, come tradurre in comportamenti sociali attivi gli insegnamenti di bellocci e vuoti, su come soffiare il ragazzo o la ragazza alle grinfie ed alle attenzioni di quall'altro o quell'altra, roba che si guarda perché non si è più in grado di fare da sé, e la cui morale è sempre la legge del più forte, l'isolamento culturale, l'egemonia dell'apparire e soprattutto il regno dell'egoismo. Allo stesso modo chi pensa di saper ballare o cantare sfida altri imberbi virgulti. Sfida. Lui sfida. Lei sfida. A tu per tu, io sono più bravo di te. Una volta si diceva braccia rubate all'agricoltura. Ma io ho troppo rispetto per i contadini per sminuire la loro antica arte e la millenaria cultura. La minuziosa distribuzione di queste idiozie, spesso passate dal canone RAI, è fatta in modo da presentarsi in modo obbligato a chi tipicamente accende la tivvù a quell'ora: la casalinga che sistema la casa, poi cucina, poi si rilassa, i bambini che tornano da scuola, i ragazzi che tornano da scuola, i ventenni che tornano dall'università, i bamboccioni che tornano dall'università, i poveracci che tornano dal lavoro da privilegiati, quello che ti permette di stare a casa alle 19.00 se c'hai culo, e non puoi fare altro che scommettere sulla "cultura generale" (e si che stiamo messi male a giudicare dalle domande...), e se sei bravo magari vinci 500.000 Euro... La TV che parla della TV in modo critico e dotto invece si chiama "TV talk" e va in onda su RaiTre la mattina verso le nove. Generalmente per stroncare nemici giurati della propria carriera televisiva o giudicare il format e quanto è fedele o meno all'equivalente Statunitense, da cui lo abbiamo importato. Sempre per il discorso dei 20 ingredienti di cui sopra... Poco altro si salva. Ma sono troppo provato, e il mio fegato mi chede una pausa, il resto alla prossima puntata. Ma dico io: la sana curiosità per quello che non si conosce, la fame di mondo, di luoghi, di persone, l'unico motivo per interessarsi a qualcosa, il vero motivo per cui stiamo al mondo, tutta questa roba dov'è andata a finire?
Stasera forse saprò se Mastella ha fatto la pace con suo fratello DiPietro, e se mamma e papà Governo hanno detto a DiPietro di chiedere scusa al fratello che piange perché lui gli ha fatto la bua. Si sa il fratello piccolo è sempre più coccolato... Chiedi scusa a tuo fratello, e dì che non lo farai più! E' vero che non lo fai più? Bravo. E ora vai a fare i compiti. I tuoi, non quelli di tuo fratello!
Non ci voglio pensare. Preferisco guardare dall'alto l'arco Alpino, scrutare con la fantasia ogni piega e ogni valle, per cercare di capire come sarà, laggiù, se ne vale la pena, andarci, se il panorama, se i paesini, se le piste, se la natura... Se questo inverno carverò (giacché io non piego, carvo) su piste e panorami da sogno.
O sei mi avrà finalmente raggiunto il virus.

11 agosto 2007

E va bene, va bene, questa e' per LUNA...



L'imprevisto

Lo aspettavo, anzi non lo aspettavo, ed è puntualmente arrivato. Il mio viaggio in Corsica non poteva prevederlo. Cosa da poco ? Penso che abbia fatto la differenza. Un amico mi ha prestato un aggeggio che non sono abituato ad usare, il bloccadisco, un affare che si attacca al disco anteriore dei freni ed immobilizza la moto, ovvero consente solo un quarto di giro alla ruota e poi si blocca. Insomma un antifurto. Pare che in Corsica le moto evaporino, tu le lasci lì e quando torni sono dissolte, direi più correttamente che si tratta di evaporazione solo per olio, benzina e liquido di raffreddamento, mentre il resto delle parti solide ovviamente sublima. Onde evitare ciò mettiamo pure il bloccadisco (mah). Peccato che se non ti ricordi di toglierlo, la moto si mette ugualmente in moto e tu poi anche avviarti, salvo poi bloccarti dopo 50 cm di marcia e cadere rovinosamente. E infatti. Mi rialzo, tutto a posto, gastimo in turco, ringrazio i passanti che si erano preoccupati che stessi bene (altra gente…) tolgo l'accidente, e via. Avevo già fatto poco più di 700 km da casa, in tutto. Dopo due giorni, nel bel mezzo della notte, al rientro da Bonifacio a Cargese (gita di giornata) il tachimetro smette di lavorare, la velocità si azzera ed il contachilometri non conta più un caz.. Era mezzanotte e c'era solo asfalto, linea bianca tratteggiata, luna piena e rocce ai lati, magari qualche cinghiale, figurati se mi fermo, do un paio di buffetti alla strumentazione, che non si riprende, ma la moto va, e io appresso. Lo riparerò. Il bloccadisco aveva infatti dato un colpetto ben assestato al cavo del tachimetro, che aveva continuato a lavorare per buona volontà, salvo appunto smettere di funzionare dopo un centinaio di kilometri. Alla luce del giorno il guaio sembrava irrisorio ma non rimediabile: cambiare il cavo (a posteriori, 25 euro porco giuda). Sono quindi andato in giro per la Corsica senza avere la più pallida idea della velocità a cui mi spostavo (desumibile solo dal tempo lunghissimo impiagato a fare kilometri noti = 50 km/h di media!), né tantomeno quanti km percorrevo in totale! Insomma la mia smania (tutta maschile...) di misurarmi con la distanza, per capire quanto sarei riuscito a reggere in un giorno, in una vacanza, due ore di seguito e così via, se ne va in fumo. Non posso più misurare nulla in termini quantitativi (le lunghezze per intenderci, antica ossessione maschile ma mica tanto solo maschile...). Ho perso il conto dei kilometri, e della velocità. Mi sono abbandonato, quindi, a quello che c'era attorno, guastando il bello che veniva senza misurare ogni cosa in quanto (quanto costa, quanto veloce, quanto tempo, quanto risparmio, quanta spesa, quanti kili ti porti a spasso, quanta gente sulla spiaggia, quante auto incontri sulla strada che non prende nessuno, etc.). Il bello è bello e basta, e se vuoi vederlo davvero devi abbandonare il metro del consumista, di chi guarda orologio e conta i soldi, e perderti. Perdersi è l'unica maniera per uscire dal guscio. Questo ho imparato. Certo, lo sapevo (è ovvio ! ;-)). Ma rendersene conto è altra cosa. Per i limiti di velocità mi sono affidato al numero di giri del motore in sesta marcia, che ho imparato a conoscere, e spero di non aver preso multe, presto verificherò se i mie conti erano giusti...
Insomma ragazzi, il posto anzi i posti che ho avuto modo di vedere valgono di gran lunga il viaggio, rocce rosse e graniti grigi, sabbia nera e colorata, fiumi con pesci lunghi un avambraccio, pini alti decine e decine di metri, monti alti oltre 2700 m, temperature sempre miti, nessuno per silometri (se scegli la strada giusta…), paesaggi lunari, deserti (vedi sotto), ricchi pascoli e animali allo stato brado (cavalli, mucche, capre, maiali, cinghiali, lepri, rapaci...), laghi, torrenti, acque cristalline turchesi, blu, celesti, lattiginose e trasparenti, per tutti i gusti. La gente... a me il francese (come lingua) è sempre piaciuto, direi che in bocca ad una donna la fa immediatamente diventare estremamente interessante ai miei occhi ;-) ho potuto conversare con Sebastien il pioniere della viticoltura biologica (Dio che vermentino!), e sua madre, il ritratto di Segolene... con Nathalie, e Mimi la cuoca, e tutti i mototuristi che come me salutavano, lampi di fari e dita a V..., e Joao il chitarrista cantautore Brasiliano vagamondo che ho incontrato sulla nave con cui abbiamo suonato fino all'una di notte (il giorno dopo sveglia alle cinquemezza…), e ora siamo fratelli.
Senza l'imprevisto sarebbe forse stato diverso.
Ora Janiça torna a parlarmi come prima, la lancetta sale, il tachimetro gira. Al prossimo viaggio mi sa che stacco il cavo prima di partire ;-)

15 luglio 2007

Corsica

Torno a vedere il mondo. Cerco qualcosa ? Guardo la natura e cerco, come tutti, me stesso. Cosa vedrò in Corsica ? Sabato Janica (Kawasaki ER5) mi porterà in Corsica: 1 notte all'addiaccio sulla nave Civitavecchia-Olbia, 4 a Olmeto, 3 a Cargse, 2 a Ile Rousse, 1 in nave di nuovo Olbia-Salerno e sarò di nuovo tra di voi (mi aspettavate ?).
Dicono che sia selvaggia, mare, monti, fiumi, spiagge, rocce, foreste, oliveti, torri genovesi, francesi che parlano un dialetto italiota, birra alla castagna, deserto (Agriates... interdetto all'assetto "stradino" di Janica, che non me lo perdonerebbe). Potrei farmi del male, lo so. Il mio braccio sinistro da alcune settimane mi dice che ha bisogno di farsi vedere da chi saprà spiegare perché è indolenzito tutto il giorno, ma so che terrà duro fino al ritorno, a casa, il 1 agosto. Ora o mai più. O no ?
Fuggirò per breve tempo dal mio quotidiano, come tutti voi, nella illusione che il mondo sia effettivamente una settimana di vacanza dal mondo. Non mi ammazzerò di divertimento, non farò l'impossibile per poterlo dire (almeno a me stesso), forse cercherò il dialogo con chi è diverso da me, per essere un po' come lui, come lei, come loro, che forse non hanno alcuna voglia di essere un po' come me, o forse si. Un po' Corso anche Jack, un po' di Jack anche a Nathalie, a Yannik.
Illusione.
Cerco la pace, cerco il fuoco, cerco anche un sorriso. Forse non cerco nulla, cosa troverò ? Come diceva Montale, troppo nel dettaglio ho organizzato il mio viaggio, troppo accarezzato, aspettato, ora sono condannato... forse solo un imprevisto mi può salvare.
Vi dirò del mio imprevisto al mio ritorno, ciò che non pensavo, e che ho trovato, ed infine il motivo per cui vado lì...
A presto.

odi ed amo

Rompo il lungo silenzio con questo intervento che forse è più uno sfogo che altro, potete smettere di leggere qui ><
odio la gente, amo le persone. C'è qualcosa di umano nell'amare l'altro e l'altra nella misura in cui ti assomiglia, e nella misura in cui è altro da te e per questo ti attrae, ti interessa. Per le stesse identiche ragioni è umano scontrarsi con quella differenza, motivo di incomprensione, così come si combatte contro quello che vedi dentro di te e che non ti piace, ciò che ti assomiglia. Odio ciò che è tanto diverso da me da rendere impossibile la relazione, e ciò che mi assomiglia tanto da fuggire ogni rapporto con il me stesso che non vorrei. Per lo stesso motivo un minuto prima ed un minuto dopo amo costui e costei, salvo tornare ad odiare...
A cosa porta tutto questo ? non lo so. Non ho morale preconfezionata, non conosco la regoletta da propagandare a tutti voi, il decalogo dei comandamenti, non c'è rettitudine nei miei atteggiamenti, vorrei solo riposare... sono stanco di tutto questo, sono stufo di dover, aver, pensar, organizzar, fingere simulare aspettare correggere ciò che umanamente mi porterebbe ad alzare un dito della mano e a troncare ogni rapporto ed allo stesso tempo vorrei abbracciare ed amare, e forse avrei solo bisogno di uno scontro, per rendermi conto che sono ancora vivo, che respiro, per rompere la bolla attorno a me, darmi un senso, sapere, immaginare, mi accontenterei anche solo di poter sognare...
 

26 maggio 2007

io non volevo parlare di politica

però... ragazzi in questi giorni non so davvero dove buttarmi. Il PD ha coinvolto Marco Follini nella scrittura del suo manifesto politico, i 45 saggi pare siano 15 in quota DS, 13 Margherita, i restanti Prodi (Follini compreso?). Nessun fabbro, falegname, professore, imprenditore, nessuno che faccia un lavoro normale... Temo si stia resuscitando l'oligarchia dorotea della DC... LA SD intanto è un movimento con un Presidente ed una certezza: sa cosa NON vuole essere. Dunque?
Lasciamo perdere che mi infilo in un vicolo cieco.
Intanto signori venerdì 1 giugno vado a Taranto a sentire Bappa Grillo, e spero davvero che in un Comune come quello di Taranto, che meriterebbe un fumetto settimanale tutto suo ed una serie di puntate di Report, Chi l'ha visto, e Un giorno in Pretura, TRE giorni dopo il voto per l'elezione della prossima amministrazione Comunale, Beppe abbia il coraggio di dirne quattro ai tarantini, che si sveglino un po' a far rinascere questa città che ai tempi dei greci fondatori era di gran lunga più ricca, più bella, e più considerata dal resto del mondo.
Seguirà reportage dettagliato (ma non troppo... pensavate di poter evitare di pagare il biglietto? sono solo 20 euro... ANDIAMO SU!).
Ciao...

06 maggio 2007

Ponza


E' impossibile descrivere la bellezza di questi luoghi, il cui unico limite è l'appartenenza ai Ponzesi, che non brillano per cura, decoro e rispetto degli stessi luoghi. Tuttavia signori, Jack was here e ne è stato molto contento Un consiglio: andateci in barca... La natura di Aprile è la più bella, non c'è niente da fare. Qui le conversazioni non possono essere oziose, il piacere non può essere così così, la vita è rosa e il futuro bello. A bientot...




23 aprile 2007

A Gianluca e Adele



Il mio amico ingrato
ha trovato amore e s'è sposato
mi guardava e sorrideva
aveva riso in bocca e in cielo
e tutto intorno al suo bel velo
lei abbracciava il mondo intero
noi, vecchi amici dignitosi
rassettati per gli sposi

poco importa se i cognati
sono tutti separati
poco importano i dolori
non son spine senza fiori
vino ed ostriche guarnite
ma ho male a un fianco e la colite
è dura amarsi a pranzo e cena
senza un massaggio per la schiena

Vedo e penso avanti a Dio
avrei voluto andarci anch'io
un sogno amato, accarezzato
un inganno al celibato
e invece affoga nel palato
l'ultima notte che ho passato
fumo e baci da bar
stracci nel letto
vetri nel petto
Geffer, pillole e goldoni
son souvenir delle stagioni
che hanno il vuoto dentro il frigo,
che hanno il Maalox per amico

un amico che è sposato
mangerò il suo minestrone
aspetterò la primavera
e i suoi confetti di virtù...

[Vinicio Capossela - Il mio amico ingrato - (Camera a Sud, 1994)]

07 aprile 2007

midnight special


Torna l'estate e la stagione della musica live si avvicina, Jack tira fuori il suo suono migliore, quest'anno mi spreco: tre chitarre tre, per ogni concerto, ho deciso. Tre suoni diversi. Alla fine della stagione, forse sceglierò l'eletta... intanto vi presento il contrabbasso, on the left! (qui a Barletta, prima del concerto di Brad Mehldau con Kurt Rosenwinkel e Joshua Redman... ragazzi che concerto!) Cheers! ;-)

04 aprile 2007

un po' di sano populismo!

Chissà perchè gli anni passano per tutti ma non per me. Eh già! Nonostante i capelli inbianchino e il fiato manchi sulle salite, mi prende ancora un morso allo stomaco quando sono costretto a constatare la realtà attorno a me, il declinare apparentemente inesorabile degli usi, il finto progressismo, il falso riformismo, il nuovismo a tutti i costi, la falsità, e ciò che è più grave, di fronte a tutto questo, la reazione generale di rassegnazione ed omologazione dei più. Il reflusso del privato, il campicchiare, l'accontentarsi, il sorridere sornione ai mali del nostro paese come se fossero parte del carattere di un personaggio della commedia napoletana, sono parte del nostro atteggiamento quotidiano...
E allora come avrebbe fatto il più consumato imbonitore di folle, anche Jack si lancia in questa crociata all'arrembaggio delle menti semplici, a mo' di slogan facili e - diciamo - consumati, nella speranza che qualcuno, tra le righe, sia capace di leggere anche qualcosa di più. Magari che possa sentire anche lui (o lei) il morso alla bocca dello stomaco. Che esca per la strada, Che provi a costruire il paese dove vorrebbe vivere.
Altrimenti si meriterà tranquillamente quello in cui si trova.
Amen.
 
 
*        *        *
 
 
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.


Come un uomo appena nato
che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco
con la gioia di inseguire un'avventura.
Sempre libero e vitale
fa l'amore come fosse un animale
incosciente come un uomo
compiaciuto della propria libertà.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno
di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio
solamente nella sua democrazia.
Che ha il diritto di votare
e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare
ha trovato la sua nuova libertà.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche avere un'opinione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l'uomo più evoluto
che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura
con la forza incontrastata della scienza
con addosso l'entusiasmo
di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero
sia la sola libertà.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche un gesto o un'invenzione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
 
[Giorgio Gaber - La Libertà]

25 marzo 2007

il ghiaccio sulle gemme schiuse

il freddo avvolge ancora come una coperta la femminilità della natura che mostra le sue grazie alla terra feconda, siamo in anticipo di un mese rispetto agli scorsi anni, i mandorli sono fioriti, i peschi, la gialla rucola nei campi incolti annunciano che sta arrivando la primavera, ma se esci col sole in fronte e conti di tornare a casa dopo il tramonto faresti meglio ad avere un tasca un cappello di lana... eppure le gemme della vite si schiudono sfidando le gelate notturne per propiziare una vendemmia ricca e di cui sto già pregustando il nettare... si insomma ragazzi ditemi che non sentite che sta arrivando la stagione dell'amore, io non ci credo.
La luce invita a starsene fuori, a gustare tutta questa bellezza fino all'ultimo sorso, a pensare alla prossima vacanza, al motore di Janiça che gira rotondo e la lingua d'asfalto di guida su una piega dietro la quale si nasconde un panorama nuovo con altri colori, altri fiori. Quale orrore del mondo può nascondere tutto questo ? Cosa può metterti davvero di cattivo umore se riesci ancora a guardare i giochi nei colori delle nubi, il verde intenso delle colline lontane, gli ulivi che si apprestano a presentare i loro frutti neri come la pece ? L'ottusità delle persone, l'individualismo, la incapacità di comunicare, di mettersi in discussione, di mediare i propri interessi con quelli altrui a volte mi costringe a ritenere che questo piccolo piccolo paese che è l'Italia non abbia speranza, non voglio più guardare un telegiornale e pago il canone solo per Report e le inchieste di Iacona, ma non si può essere pessimisti quando la natura ti chiama ancora a guardare avanti: il popolo della vita si sta mettendo in marcia, qualcuno corre già, altri si stiracchiano dopo mesi di freddo (...), e tu che fai ? Ti lamenti ? Stai a guardare ?
Avanti, alza gli occhi e guardati attorno !
Ah, quasi dimenticavo, per fortuna dopo un inverno di jazz quasi assente finalmente i teatri, i clubs e i locali si ricordano che la gente torna a mettere il naso fuori di casa, e allora devo salutare con la lacrimuccia la riapertura di un locale che ha fatto la storia del jazz nella nostra Puglia: il Jazz e Dintorni di Mola di Bari. Ora riapre presso la bellissima Masseria Spina a Monopoli, ma mi dicono che il taglio non è esattamente alto quanto quello del vecchio buco nel centro storico di Mola che ha ospitato i grandi del jazz contemporaneo, per 20 persone al più... E poi ringraziamo l'Onnipotente che a Gioia del Colle ci siano un manipolo di pazzi che, nel bene e nel male, ogni mese fanno suonare i grandi grandi grandi per al massimo 100 persone, in una cantina che era un forno del 1500. Mi riferisco a Ueffilo, dove la scorsa settimana ho potuto ascoltare le acrobazie sonore di Frank Gambale, Alain Cairon e Otmaro Ruiz (la vera sorpresa per me, un pianista davvero sopraffino). Nel mese di Maggio addirittura due date da urlo: Mike Stern e Bob Mintzer!
Bene, ora anche il vecchio Jack si stiracchia e va a godersi il bel sole, casco in testa ben allacciato, luci accese anche di giorno, e prudenza, SEMPRE ! ;-)

11 febbraio 2007

un giardino sul mare


Jack was here...
P.S. non vi strappate i capelli per mancanza di adeguati stimoli culturali, sono stato preso da facetie poco serie che mi hanno tolto tempo ma soprattutto fiducia nell'altrui consistenza... presto tornerò a snocciolare perle di saggezza mica tanto orientale per i Vostri accesi dibattiti, perciò stay tuned, I'm comin' !


25 gennaio 2007

Passione

Si può davvero conoscere senza amare ? Si può invece amare qualcosa o qualcuno/a senza cercare di conoscerlo/a ? In cosa si differenzia l'approccio maturo di chi ha esperienza delle cose di questo mondo da quello impulsivo e frutto della passione immanente tipico del neofita, di chi ha meno anni e meno esperienze ?
Il sopirsi della passioni in favore di una apparente serena (...) pacatezza, che non si fa scalfire da preoccupazione, impulsi, rabbia, indignazione, entusiasmo, è segno di maturità e di saggezza ? O piuttosto malcela la rinuncia ?
 
[...] Passione: poche parole sono così insistite e costanti in tutte le opere di Pasolini, così importanti per avvicinarsi al suo modo di vedere. La passione è ciò che scaglia violentemente contro le cose, ciò che fa si che la vita sia un sentire, è il rapporto forte e senza ripari con la vita, il contrario della maturità, del controllo e della saggezza: passione è il nostro essere immersi in una corrente più forte di noi, l'esposizione alla sofferenza che si apre di fronte ad un sentire senza muretti di protezione e senza mediazioni. Nelle Ceneri, ma non solo lì, la passione si annuncia laddove vivere è tremare. La vita arriva attraverso le vibrazioni ed essere nel mondo significa esserci in primo luogo con il corpo, comunicare attraverso di esso con gli altri, ascoltare e farsi ascoltare attraverso quei tremiti che trasmettono, per dirla con Hegel, con fisica nobiltà "l'anima dei corpi". Anche laddove questo tremito ha qualcosa di vile e di turpe, non ci si deve sottrarre e bisogna ascoltare la vita anche laddove essa arriva attraverso la configurazione sformata del "pianto della scavatrice".
Dall'altra parte della passione stanno, come un peccato, la distanza, la contemplazione e la rassegnazione (la "terribile parola"), l'apatia. Dalla passione ci si allontana con l'età e con la ragione: gli anni riducono la nostra capacità di reagire tremando al mondo e la ragione trasforma il bruciore della passione in volontà di distanza e di controllo. Crescere è questo apprendere
 
        a diffondermi, a offendere, ad avere
        il mondo davanti agli occhi e non
        soltanto il cuore
 
L'"Esperienza / è ironica durezza", il trasformare in lezione il dolore di ieri, una riduzione della capacità di sentire. E questa distanza la si paga:
 
        Solo l'amare, solo il conoscere
        conta, non l'aver amato,
        non l'aver conosciuto. Dà angoscia
        il vivere di un consumato
        amore. L'anima non cresce più.
 
Amare e conoscere non sono l'uno l'opposto dell'altro, anzi coincidono, non è possibile conoscere senza amare, senza essere attratti: l'opposizione più radicale è invece quella tra l'amore-conoscenza e una sopraggiunta freddezza; il peccato più terribile è l'uso del verbo amare ai soli tempi del passato, l'interporsi della distanza che seduce presentandosi come saggezza, ironia ed umorismo. [...]
 
 
[Franco Cassano - Il Pensiero Meridiano]

21 gennaio 2007

Keep on running


Dove sto andando ? Chi mi accompagna ? Voglio davvero essere qui ? Cosa ho a che fare con questa gente che ride, banalizza, si adegua, e generalmente respira e nulla più ? Sto costruendo qualcosa ? Ne vale la pena ? Sto sbagliando ? Perchè l'Onnipotente non mi da un segno di lassù, almeno per recuperare questo agnostico alla fede, voglio - davvero - tuttoquesto ?
Ma non posso mollare, devo correre con gli altri, se mi fermo verrò travolto, guarda avanti, guarda dovemettipiedi diamine, cadere non si può, sbagliare, morire non è consentito.
Come l'arrivista di Match Point senza la carica di arrivismo vesto l'abito che mi dipingono addosso ma il ritratto di Dorian invecchia e si abbruttisce delle nefandezze che solo tu sai...
Basta volere intensamente per far si che qualcosa accada ? E allora TU dove sei... dove sei andata, perchè è così che deve essere ? Deve essere o deve essere ? Può essere COSI' ?
Voglio svegliarmi Voglio svegliarmi Voglio svegliarmi Voglio svegliarmi Voglio svegliarmi SVEGLIATIIIIIII !!!!

a caso ?

lo ammetto, lo ammetto, il caso non governa le mie scelte, o almeno mi piace credere che non sia così, e quindi non ho preso esattamente il primo libro che mi è capitato davanti, mi sono fatto affascinare dai dorsi più interessanti, per quanto poi l'estrazione semantica 1-2-3-5 (il quattro non c'è ?) partorisca risultati misteriosi... mi sto ovviamente riferendo alla simpatica catena di Sant'Antonio (chè di questo si parla) che mi gira Maat, detta la regola alata, e che colgo volentieri senza rilanciare però, perchè gli altri bloggers degni che conosco sono stati già investiti dell'onere ;-) ad ogni modo chi di voi leggenti e pensanti volesse prendere la palla al balzo può farlo, magari mi lascia un segno... Chissà che queste parole scelte a caso e per espressa volontà non abbiano, combinate e disposte, un loro significato...
 
Allora Vi propino tre scelte, lasciandovi indovinare quale delle tre prediligo:
 
questa alla vita cittadina, a non sottrarsi a nessuno
dei doveri che il possesso della terra impone. Prima
che il pensiero scientifico di liberista e di trentennale
 
[Tommaso Fiore - Un popolo di formiche]
 
Pochi si ricordano di questo rispettabile intellettuale del nostro meridione, Sindaco di Altamura per anni e autore di uno dei più bei reportage di viaggio degno di essere paragonato al più famoso viaggio di Goethe, solo che Tommaso ha usato il treno delle Ferrovie Sud Est che oggi tanti pendolari come me usano per andare a lavorare, dato che le vetture risalgono agli anni 30 e 40 ancora... Uno a cui è stato intitolato un parco letterario qui dietro casa mia, che per la verità è più sfruttato per interessi corporativi ed individuali piuttosto che per la promozione dei luoghi del grande Fiore, con i soldi dell'unione Europea. Uno di cui approfondirò la conoscenza assieme ad un altro pallino degli ultimi mesi, l'ex Sindaco di Tricarico assassinato Rocco Scotellaro, amico dell'esiliato (ad Aliano) Carlo Levi, il Levi che ha ritratto su libro e su tela i più bei paesaggi lucani che conosco (basta visitare il Museo di Matera per rendersene conto, mi sembra di ricordare che sia la Pinacoteca Provinciale a Palazzo Lanfranchi). nLa mia edizione di questo libercolo è Universale Laterza, del 1978 (quinterne, carta robusta...).
Nulero due:
 
-male di Scipione) e su cui Sofonisba appoggia la mano
sinistra piuttosto grassottella.
- Che sta facendo, Mateu ? - gli disse calmo mio pa-
 
[Xavier Marias - Un cuore così bianco]
 
certo, due accapo in tre righe non aiutano molto... il libro è un bellissimo racconto di questo novellista spagnolo che richiama il grande Will (detto Shakespeare) in tutti i titoli dei suoi libri. Questo riguarda il metrimonio ed il segreto. Consigliatissimo a chi pensa alla vita matrimoniale prossima ventura, ed al rapporto di coppia in genere, mirabile il dissentire sulla casa artificiosamente costruita. Einaudi (purtroppo Tascabili). Si divora in pochissimo tempo.
 
E tre:
 
-vo. Si risaliva a forza di remo la corrente sotto i ponti, lun-
go le rive murate, e si sbucava tra gli argini e le piante, sot-
to il fianco della collina. La collina sovrastante era bella al
 
[Cesare Pavese - La bella estate]
 
encore plus difficile madames et monsieurs... Premio Strega nel 1950, questo insieme di tre romanzi di Pavese affronta un tema che mi riguarda più da vicino, sono racconti "alla scoperta della città e della società", in cui protagonisti si lasciano affascinare dalla vita e fanno esperienze diverse, come se fosse l'ultima volta, uscendone alla fine a volte vinti a volte vincitori, in ogni caso consapevoli che l'estate sta finendo, disillusi, svuotati. Due mesi dopo il premio Pavese si suicidava. [Oscar Mondadori, Classici Moderni] (ci sono edizioni migliori...).
 
E allora ? che ve ne pare ?
Chi non si accontentasse delle mezze verità, delle parole sfuggenti, delle cose dette e non dette, può saziarsi con questo componimento, che ho rubato qua e là, e che ritrae il mio stato d'animo mutevole di queste ultime settimane...
 

Je vis, je meurs, je me brule et me noie,
J'ai chaud extreme en endurant froidure,
La vie m'est et trop molle et trop dure
J'ai grands ennuis entremelés de joie.

Tout à coup, je ris et je larmoie,
et en plaisir maint grief tourment j'endure;
mon bien s'en va, et à jamais il dure,
tout en un coup je sèche et je verdoie.

Ainsi Amour inconstamment me mène.
Et quand je pense avoir plus de douleur
Sans y penser je me trouve hors de peine.

Puis quand je crois ma joie etre certaine,
et etre au haut de mon désiré heur,
Il me remet en mon premier malheur.

[Louise Labé, 1555]

 

 

A bientot mes amis...

06 gennaio 2007

carbone...

... per tutti, ragazzi, pensavate di essere stati buoni ? niente da fare, anche per questa Befana zio Jack vi ricorda che siete polvere e polvere tornerete, avete fatto i cattivi ? e allora carbone per tutti ! Tanto coi tempi che corrono basta comprarsi un po' di certificati verdi e laviamo via tutti i peccati ambientali. Troppa CO2 ? Prenda un po' di questa medicina, e le sue emissioni in atmosfera saranno condonateeeee !



Non vi preoccupate, presto viene Carnevale e potremo esorcizzare il male e bruciarlo in piazza!

Buon 2007 a tutti/e !