11 agosto 2007

E va bene, va bene, questa e' per LUNA...



L'imprevisto

Lo aspettavo, anzi non lo aspettavo, ed è puntualmente arrivato. Il mio viaggio in Corsica non poteva prevederlo. Cosa da poco ? Penso che abbia fatto la differenza. Un amico mi ha prestato un aggeggio che non sono abituato ad usare, il bloccadisco, un affare che si attacca al disco anteriore dei freni ed immobilizza la moto, ovvero consente solo un quarto di giro alla ruota e poi si blocca. Insomma un antifurto. Pare che in Corsica le moto evaporino, tu le lasci lì e quando torni sono dissolte, direi più correttamente che si tratta di evaporazione solo per olio, benzina e liquido di raffreddamento, mentre il resto delle parti solide ovviamente sublima. Onde evitare ciò mettiamo pure il bloccadisco (mah). Peccato che se non ti ricordi di toglierlo, la moto si mette ugualmente in moto e tu poi anche avviarti, salvo poi bloccarti dopo 50 cm di marcia e cadere rovinosamente. E infatti. Mi rialzo, tutto a posto, gastimo in turco, ringrazio i passanti che si erano preoccupati che stessi bene (altra gente…) tolgo l'accidente, e via. Avevo già fatto poco più di 700 km da casa, in tutto. Dopo due giorni, nel bel mezzo della notte, al rientro da Bonifacio a Cargese (gita di giornata) il tachimetro smette di lavorare, la velocità si azzera ed il contachilometri non conta più un caz.. Era mezzanotte e c'era solo asfalto, linea bianca tratteggiata, luna piena e rocce ai lati, magari qualche cinghiale, figurati se mi fermo, do un paio di buffetti alla strumentazione, che non si riprende, ma la moto va, e io appresso. Lo riparerò. Il bloccadisco aveva infatti dato un colpetto ben assestato al cavo del tachimetro, che aveva continuato a lavorare per buona volontà, salvo appunto smettere di funzionare dopo un centinaio di kilometri. Alla luce del giorno il guaio sembrava irrisorio ma non rimediabile: cambiare il cavo (a posteriori, 25 euro porco giuda). Sono quindi andato in giro per la Corsica senza avere la più pallida idea della velocità a cui mi spostavo (desumibile solo dal tempo lunghissimo impiagato a fare kilometri noti = 50 km/h di media!), né tantomeno quanti km percorrevo in totale! Insomma la mia smania (tutta maschile...) di misurarmi con la distanza, per capire quanto sarei riuscito a reggere in un giorno, in una vacanza, due ore di seguito e così via, se ne va in fumo. Non posso più misurare nulla in termini quantitativi (le lunghezze per intenderci, antica ossessione maschile ma mica tanto solo maschile...). Ho perso il conto dei kilometri, e della velocità. Mi sono abbandonato, quindi, a quello che c'era attorno, guastando il bello che veniva senza misurare ogni cosa in quanto (quanto costa, quanto veloce, quanto tempo, quanto risparmio, quanta spesa, quanti kili ti porti a spasso, quanta gente sulla spiaggia, quante auto incontri sulla strada che non prende nessuno, etc.). Il bello è bello e basta, e se vuoi vederlo davvero devi abbandonare il metro del consumista, di chi guarda orologio e conta i soldi, e perderti. Perdersi è l'unica maniera per uscire dal guscio. Questo ho imparato. Certo, lo sapevo (è ovvio ! ;-)). Ma rendersene conto è altra cosa. Per i limiti di velocità mi sono affidato al numero di giri del motore in sesta marcia, che ho imparato a conoscere, e spero di non aver preso multe, presto verificherò se i mie conti erano giusti...
Insomma ragazzi, il posto anzi i posti che ho avuto modo di vedere valgono di gran lunga il viaggio, rocce rosse e graniti grigi, sabbia nera e colorata, fiumi con pesci lunghi un avambraccio, pini alti decine e decine di metri, monti alti oltre 2700 m, temperature sempre miti, nessuno per silometri (se scegli la strada giusta…), paesaggi lunari, deserti (vedi sotto), ricchi pascoli e animali allo stato brado (cavalli, mucche, capre, maiali, cinghiali, lepri, rapaci...), laghi, torrenti, acque cristalline turchesi, blu, celesti, lattiginose e trasparenti, per tutti i gusti. La gente... a me il francese (come lingua) è sempre piaciuto, direi che in bocca ad una donna la fa immediatamente diventare estremamente interessante ai miei occhi ;-) ho potuto conversare con Sebastien il pioniere della viticoltura biologica (Dio che vermentino!), e sua madre, il ritratto di Segolene... con Nathalie, e Mimi la cuoca, e tutti i mototuristi che come me salutavano, lampi di fari e dita a V..., e Joao il chitarrista cantautore Brasiliano vagamondo che ho incontrato sulla nave con cui abbiamo suonato fino all'una di notte (il giorno dopo sveglia alle cinquemezza…), e ora siamo fratelli.
Senza l'imprevisto sarebbe forse stato diverso.
Ora Janiça torna a parlarmi come prima, la lancetta sale, il tachimetro gira. Al prossimo viaggio mi sa che stacco il cavo prima di partire ;-)