16 luglio 2006

la scelta

...occhei, occhei, forse sono stato un po' sibillino, va bene... effettivamente cosa c'entrano tutti questi strani messaggi, queste immagini, con la seconda volta ? cosa hanno a che fare con la mia vita attuale, passata o futura ? ecco, io credo di aver avuto un privilegio il giorno in cui per futili motivi, senza pensare, ho avviato questo blog: ripetere le mie scelte. Rivivere quello che ho già fatto, fare tutto una seconda volta facendo, questa volta, tesoro di quello che scegliere per la prima volta ha determinato nella mia vita, in modo da orientarla verso una direzione più... diciamo... piena. E' il web, il posto che non c'è, dove ci si può permettere di essere qualcun altro, o essere se stessi in un altro dove o in un altro quando. Io qui dentro voglio essere di nuovo me stesso, tutto qui, e quindi voglio essere un altro, cioè io.
 
Chiaro no ?
 
Adesso allora è il caso di svelare qualche piccolo arcano (pochi però, gli altri la prossima volta! ;-))
 
Boris Vian è un poeta che ha vissuto anche di musica, in parte, ha amato il jazz dei suoi contemporanei ed in particolare il be bop (non vi spiegherò cos'è il be bop, merita un capitolo a parte ;-) l'ho ascoltato per la prima volta in TV, 10 anni fa forse, era una voce fuori campo che leggeva qusto testo (in italiano) mentre un treno passava per le parti più impervie della Sardegna, prima e dopo la poesia la musica del festival jazz di Sant'Anna Arresi o di Berchidda, e per inciso anche uno spezzone di uno degli ultimi concerti di Miles Davis. Questo tentativo ultimo, che mi sembrava assolutamente coerente col personaggio (Davis) di vivere ogni cosa intensamente, mi sembrava descrivere alla perfezione il modus vivendi di molti artisti ed in particolare di tantissimi jazzisti; Davis era uno di questi, come anche Charlie Parker, essi avevano seguito la stessa regola della poesia di Vian, ognuno a modo suo, s'intende. E infatti Parker era crepato dopo aver infilato il suo "zobe" in ogni angolo strano e bizzarro (sul serio...), dopo aver percorso tutta la musica che conosceva da sopra sotto e all'incontrario (soprattutto), con la foga e l'urgenza espressiva di chi pensa già oltre nel momento stesso in cui si sta esprimendo, di chi con le dita e con il soffio non riesce a star dietro alla propria ispirazione (leggasi in proposito Scrivere Bop del grande Jack Kerouak). Davis invece aveva fedelmente visto oltre, ascoltato tutto, ed aveva trasportato la musica in un altro posto, facendo la sintesi di tutto il mondo che lo circondava e lo interessava, 5 anni costantemente in anticipo rispetto al resto del panorama musicale a lui contemporaneo, che poteva solo inseguirlo, se ci riusciva.
 
Tutta questa bellezza, allora, uniformemente diffusa sul globo merita davvero di essere scovata, accarezzata, succhiata, prima che sfugga via, prima che svanisca o che non si faccia più a tempo a vederla.
 
Quello che oggi cerco è anche questo, come tutti gli artisti (ebbene si, mi ascrivo anch'io...) cerco il bello, ma anche il brutto, cerco solo di fare tutto quanto MIO (ultimo riferimento bibliogarfico, sul tema della ricerca del bello e del relativo pellegrinaggio, reale e figurato: Narciso e Boccadoro di Hermann Hesse).
 
Questo è il frutto delle mie scelte, e delle scelte che non ho compiuto, semplicemente rimandando il momento di farle. La domanda è questa: voglio conoscere ? o meglio: voglio comprendere ? La via suggerita da Boris Vian è chiara, ed io per tanto tempo ho forse seguito una strada diversa, scegliendo di non scegliere, in molti casi. Ora che il massiccio peso delle mie scelte e delle mie non scelte si fa sentire in tutta la sua pesante inconsistenza (leggasi Kundera.... e due!), nelle sue drammatiche quanto impevedibili conseguenze, mi rendo conto che è giunto il momento di scegliere, perchè ho passato la linea d'ombra (e tre....) e non posso più nascondermi, non troverò più ad aspettarmi l'occasione d'oro, il buon Samaritano, la bella zingara, il ricco mercante, il fuoco sacro e la musa ispiratrice. Ora so che scegliere di fare è prioritario rispetto a scegliere di non fare, magari scegliere di sbagliare anche, ma tutte le scelte non compiute ora sono davanti a me e mi ricordano che il tempo passa e non mi aspetterà più. Ora che scelgo per la seconda volta, lo so.
 
Perciò ora tocca anche a te: quando lui ti chiederà, lei ti dirà, quando il sole nascerà ancora, uguale a ieri, tu potrai come tutti i giorni scegliere... : domani, allora, cosa sceglierai......

2 commenti:

Maat ha detto...

Ho notato le piccole modifiche al blog. L'estate ha portato cambiamenti? Bene!
Si cambia sempre in meglio.
;)

Maat

Jack Frusciante ha detto...

Sono daccordo con te Diogene... scegliere di vivere forse è sempre la scelta migliore, ma è anche un po' egoista non credi ? E' la scelta di chi pensa a se, alla sua ricchezza personale (culturale, emozionale) e che pensa agli altri nella misura in cui sono in grado di arricchire la sua esperienze, appagando un bisogno alla fine individuale e non collettivo. E' la storia del "contratto sociale", del venire a compromessi con la propria libertà per favorire una convivenza felice DELLA e NELLA COMUNITA' (a 2, a 10, a 28.000...). Forse anche qui c'è una via di mezzo: un po' per me e un po' per tutti. Lo diceva Aristotele prima di te, IN MEDIO STAT VIRTUS no ? Allora forse il paradiso non è così lontano, nè proibito... basta scegliere sempre di si :-)