31 ottobre 2010

Perché non vado a Firenze

Sarò breve, così non vi prendo a lungo per il sedere. Non ci vado perché ho importanti impegni familiari e domestici da cui non posso distrarmi.

Ma sarei voluto essere lì.

Sono contento solo perché conosco già gli effetti di questa strana patologia che prende chiunque partecipa sinceramente ad una iniziativa politica stimolante come quelle a cui ci ha abituati Pippo. Un minuto dopo sei lì a parlare fitto fitto con i tuoi compagni di circolo, per cercare di mettere su una iniziativa, avviare un percorso, realizzare le mille idee che hai visto nelle mani di altri. Perché ci si rende conto che non è impossibile, né davvero complicato, visto che c'è già qualcuno che l'ha fatto. Assistere alla rivoluzione culturale di Torino Sistema Solare, che usa la musica come vettore di un cambiamento culturale, leva per l'inclusione sociale, per passare messaggi di progresso, contribuire al cambiamento. Quando hai sentito Max raccontarti come hanno fatto a Torino ti viene in mente che si può fare anche a casa tua, che puoi coinvolgere il Momart, il Kismet, Recidivi, il Macello Comunale come contenitore culturale, alcuni operatori del settore dello spettacolo che ben conosci, e provarci. Basta farli incontrare. E il partito non può essere timido di fronte a queste opportunità, deve saper preparare il palco e non salirci per primo, magari non mettere nemmeno la bandiera, perché non troverebbe la partecipazione degli altri attori, ma creare le condizioni per favorire questa collaborazione anche in forma stabile, a beneficio del partito MA ANCHE degli operatori della comunità che attivano un rapporto con esso. Questo filo va rinforzato, coltivato, in modo che col tempo diventi una abitudine, una presenza costante, un suono di sottofondo, una necessità, prevedibile come il giorno e la notte, a tal punto che se un giorno venisse meno ci sarebbe una forte domanda sociale di ripristino.

Ho voluto fare solo un esempio, ma ad Albinea, al campeggio di ANDIAMO OLTRE, a Torino, in occasione della Festa Democratica Nazionale, all'evento di MOVE ON, ne ho visti e sentiti tanti, ed ho pensato sempre "posso farlo", "possiamo ripeterlo anche da noi", "anche in Puglia c'è …. e c'è ….. posso chiamarli!".

C'è l'obbligo della conseguenza.

C'è l'urgenza del cambiamento. Attenzione.

Gli stimoli vanno coltivati, le risposte vanno date, la fame di fare va saziata.

E' questo che mi aspetto da Firenze, so già che Civati e Renzi potranno solo stendere il tappeto rosso, porgere il microfono, creare le condizioni per accendere il fuoco in ognuno e tutti, ma i protagonisti saranno gli zaini. Quelli sulle spalle di chi parteciperà, che porterà con se il bagaglio di idee, di esperienze, l'attivismo civico, la buona politica, le buone pratiche amministrative, le collaborazioni, tutto questo può essere messo in rete. E loro lo sanno, e solo questo conta. La rete delle persone è la rete delle idee. E le idee sono quel capitale che si riproduce da solo, se ha la rete. L'idea da sola muore, Ma una sinapsi è nuova vita per le idee.

Rottamare, rinnovare, cambiare le prassi peggiori, smontare i baronati, svincolare i servaggi, si, vabbè ci sarà anche questo, ma saranno corollari. Lasciamo dire ai giornali quello che riterranno di vedere. Non possiamo governarli, non lo vogliamo. Ma è già successo, lo abbiamo visto: qualcuno è venuto ad Albinea, a Firenze, ed ha visto oltre la scorza, si è chiesto se davvero qui non ci sia il crogiuolo del cambiamento, la sostanza che serve a motivare la rifondazione della politica su un nuovo patto con la comunità. Tanti ci provano, noi possiamo solo sperare che ci riescano TUTTI, perché anche se siamo di PARTE ci interessa che tutte le parti sappiano vedere con nuovi occhi.

Quindi attenti voi che ci andate, a Firenze: non è gratis, non lascia indifferente, non puoi tornare alla tua vita, dopo, come se niente fosse. Costa impegno, bile, conseguenze.

Io spero nelle conseguenze. Conseguenza è speranza.

Divertitevi amici, ci rivedremo ancora.

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