04 aprile 2007

un po' di sano populismo!

Chissà perchè gli anni passano per tutti ma non per me. Eh già! Nonostante i capelli inbianchino e il fiato manchi sulle salite, mi prende ancora un morso allo stomaco quando sono costretto a constatare la realtà attorno a me, il declinare apparentemente inesorabile degli usi, il finto progressismo, il falso riformismo, il nuovismo a tutti i costi, la falsità, e ciò che è più grave, di fronte a tutto questo, la reazione generale di rassegnazione ed omologazione dei più. Il reflusso del privato, il campicchiare, l'accontentarsi, il sorridere sornione ai mali del nostro paese come se fossero parte del carattere di un personaggio della commedia napoletana, sono parte del nostro atteggiamento quotidiano...
E allora come avrebbe fatto il più consumato imbonitore di folle, anche Jack si lancia in questa crociata all'arrembaggio delle menti semplici, a mo' di slogan facili e - diciamo - consumati, nella speranza che qualcuno, tra le righe, sia capace di leggere anche qualcosa di più. Magari che possa sentire anche lui (o lei) il morso alla bocca dello stomaco. Che esca per la strada, Che provi a costruire il paese dove vorrebbe vivere.
Altrimenti si meriterà tranquillamente quello in cui si trova.
Amen.
 
 
*        *        *
 
 
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.


Come un uomo appena nato
che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco
con la gioia di inseguire un'avventura.
Sempre libero e vitale
fa l'amore come fosse un animale
incosciente come un uomo
compiaciuto della propria libertà.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno
di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio
solamente nella sua democrazia.
Che ha il diritto di votare
e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare
ha trovato la sua nuova libertà.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche avere un'opinione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l'uomo più evoluto
che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura
con la forza incontrastata della scienza
con addosso l'entusiasmo
di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero
sia la sola libertà.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche un gesto o un'invenzione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
 
[Giorgio Gaber - La Libertà]

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Jack! E' apprezzabile il tuo impegno volto a risvegliare le coscienze ma non è populismo... il populismo è sempre reazionario!!! Non credi però che i partiti di sinistra abbiano il freno a mano tirato? Che la dirigenza opaca, timida e stanca, come Don Abbondio, abbia paura della PARTECIPAZIONE? Che sia maestra solo dell'arte del rinvio, boicottando il suo stesso sogno? Che giustamente domini solo noia, delusione ma soprattutto disincanto di fronte agli egoismi ed agli interessi individuali? Che ormai date le varie spaccature si assista al palio dei partiti ed in particolare della sinistra? Ed allora mi chiedo... che fare? Come riuscire a concertare "l'arte collettiva del vivere"? D/S

Jack Frusciante ha detto...

...il populismo non è reazionario è la demagogia condita con la malafede, il reazionario almeno chiede la conservazione dello status quo, può essere pazzo o sognatore ma almeno brama qualcosa di puro, nel suo ideale. Ormai molto è populismo. La sinistra italiana è divisa, ma è anche pluralista, è litigiosa, ma non è schiava, poi, certo, noi Italiani siamo strani. In Italia non manca la libertà, ma mancano gli uomini liberi come diceva Leo Longanesi. Questo danno è trasversale da sinistra a destra. La legge elettorale ha fatto il resto: ostaggio della minoranza, instabilità, poca spregiudicatezza e coraggio sono il frutto del margine ridotto al senato. Chi potrebbe fare meglio con un voto di vantaggio? Poi è vero la partecipazione fa pura a tutti, perchè rompe ilcerchio dell conservazione del potere e della sua riproduzione. No, non è soltanto divisioni, lotte, mancanza di coraggio. E' asservimento al potere, economico e non solo, ma qui siamo noi che dobbiamo fare la differenza. In Francia per molto meno mettono a ferro e fuoco le città. Gli studenti universitari italiani invece pensano a vestirsi di stracci firmati coi soldi di papà. Le lotte mancano, non ci si indigna più. Siamo tutti conniventi. Dobbiamo cominciare da noi stessi, non ce la prendiamo con gli altri. Se gli altri non vanno, dobbiamo contribuire con l'esempio al cambiamento (cito Ghandi). Altrimenti che fare ? Suicidio ? Valigie ? Testa-sotto-la-sabbia ? Quieto-vivere ? Roba da smidollati. Jack c'è! E VOI ?!?!

Anonimo ha detto...

Ah!... la partecipazione!
Ieri ero ad un seminario e
un tal prof. Francesco Indovina :o) dello IUAV di Venezia ha detto una cosa che ha meritato di essere appuntata sul mio quadernetto dei pensieri!
Riassumo:
si dice che la democrazia massima si realizzi quando non vi è la necessità di utilizzare l'istituto della pena. In altre parole, se gli "apparati ideologici" di ciascuno di noi funzionassero a dovere, nessuno farebbe torti in giro per cui saremmo tutti tranquilli e in accordo.
E lui sapete che ha detto? Che è una bella balla!... e io condivido pienamente!
Come si può parlare di democrazia senza conflitti? Come ci può essere una partecipazione... senza avere un disaccordo? Il conflitto è lo specchio della vitalità di un contesto!

Cosa centra questo con quello che stavate dicendo?
Ve lo spiego subito: centra che sono perfettamente d'accordo con jack! E' una specie di ricatto che la sinistra sta subendo, piegandosi al gioco di quell'uno in più al senato. E noi, di contro?... dormiamo beatamente!
Non dico che dovrebbe cadere un governo al giorno, altrimenti qui diventa un gran casino... però mi piacerebbe vedere un pò di vitalità in più almeno la dove si può, alla base, visto che non ci si può aspettare che gli eletti mollino le poltrone così facilmente (ideali si, ma utopie... mi pare troppo!).
E gli studenti universitari in tutto ciò? Stanno diventanto carne da macello e neanche se ne stanno accorgendo, impegnati come sono a "non" farsi troppe domande!
SVEGLIATEVI!!!!

Jack Frusciante ha detto...

Yes! Sono daccordo, quando nessuno dissente, tutti sono allineati, siamo in dittatura, non in democrazia. la assenza di dibattito in molte sedi è indice di questo, è il silenzio che ci deve preoccupare non il chiasso, che è sintomo di diversità e quindi di ricchezza, di pluralismo. Il problema viene quando il dibattito diventa fine a se stesso o modo di manifestare se stessi pur di farlo, per fare opinione attorno a se più che per dire qualcosa di sensato. In questo senso parte dei media sono asserviti al potere (leggasi LA SCOMPARSA DEI FATTI di Travaglio). La mediazione, l'arbitrato di diverse posizioni tutte più o meno legittime, è l'arte della politica. Che in quanto pratica non può avere confronti con l'etica, che è scienza dei singoli, che deve servire solo da guida alla politica. Se oggi la politica è invece giocata per il consenso, per il potere, è anche colpa nostra. Stimolare un dibattito SANO attorno a questi temi serve a creare una coscienza civica diffusa più coerente, quella che porta la gente alle primarie, e non solo. In pauca, a PARTECIPARE. Questo possiamo, questo dovremmo fare. A lamentarsi sono buoni (quasi) tutti. Girarsi le maniche è più difficile...

Anonimo ha detto...

...delle precisazioni del tutto personali... Secondo me populismo e demagogia sono in fondo la stessa cosa(rectius sono volti al medesimo risultato)ossia accattivarsi con false promesse il favore popolare, accentrare i consensi.
Reazionario non è il sostenitore dello status quo ma è il fautore del ritorno allo status ante(che nel caso di specie è il governo Berlusconi... a proposito, che gran demagogo!!!)
E poi mi chiedo... perchè prendersela con i giovani? Non sarà forse che la colpa sia soprattutto dei meno giovani che non riescono (o vogliono) recuperare e stabilire una comunicazione(PARTECIPAZIONE) con i più giovani? Non credete che la società sia gerontocratica? Scrive Nietzsche:"il giovane viene spinto selvaggiamente nell'esistenza", in quella bella continuità di speranze che, al dire di Conrad "non conosce pause nè introspezioni". Ma oggi quali speranze offre il futuro? Il mito della giovinezza, quale sinonimo di pienezza, potenza, accellerazione della vita, passione che diceva Stendhal "non è cieca ma visionaria" e che è come il mare che è sempre qualcosa che ricomincia (Sartre), sta tramontando. Insomma il giovane è scomodo... niente spazi... meglio che si "esaurisca" nello svago, nel divertimento, nell'assenza di gravità, no? :( D/S

Jack Frusciante ha detto...

Hai ragione D/S, non è colpa dei giovani. La classe dei ventenni è il risultato di quello che abbiamo seminato negli ultimi 20 anni, se sono smidollati, senza ideali, dediti all'edonismo, senza rabbia nè aspirazioni, qualunquisti, è solo perchè questo gli abbiamo dato. Eppure non tutti reagiscono rinchiudendosi. Molti non accettano quello che viene per oro colato. Ma in tempi di bambagia e di vizi, quanti sono stimolati alla critica ? Quanti osano separarsi, distinguersi, guardarsi da lontano per capire e per capirsi, mettersi in discussione ? Ma soprattutto, quanto può durare tutto ciò ? Se i ventenni sono condannati a seguire il qualunquismo anzi la demagogia ogni volta che compiono vent'anni, a che età è giusto ritenere che si debbano essere definitivamente SVEGLIATI ? O sono giustificati in eterno ? Siamo tutti figli del nostro tempo, ma alcuni pensano già ad esser padri di un tempo migliore per i propri figli. E' tutto qui. Auguri.